Cari lettori:

approfittiamo e ringraziamo “Buongiorno Ustica” che ci pubblica, per mantenere con voi un filo diretto a informarvi sul “work in progress” della nostra società.

Chi ci ha seguito conosce il percorso che ci ha portato fin qui e sa bene quante diffidenze e perplessità abbiamo dovuto affrontare prima durante e dopo l'avvio del nostro progetto e quante difficoltà si sono dovute superare per le numerose criticità che l'isola ci propone.

Tutte le resistenze però sono state annientate dalla grande voglia e determinazione di quella generazione di ragazzi usticesi che non aveva mai avuto prima l'opportunità di partecipare ad un torneo federale di calcio.

Come abbiamo già detto e scritto , l'esperienza è una entità che si può acquisire solo “sul campo”, per questo motivo, pur valutando altre possibilità, abbiamo scelto di iscriverci fin da subito al campionato di III categoria visto che era per i nostri ragazzi l'unico modo di confrontarsi nell'agonismo sportivo, basti pensare che i tornei amatoriali si svolgono in date e orari incompatibili per chi vive a Ustica e che gli eventuali “tornei interni” non avrebbero consentito alcun confronto e sarebbero inevitabilmente sfociati nel disinteresse.

Ci siamo definiti in passato “analfabeti del calcio” dal momento che in media 8 giocatori su 11 che scendono in campo, non solo sono alla loro prima esperienza, ma per la prima volta hanno la possibilità di giocare il calcio a 11 contro squadre organizzate.

Con queste premesse avevamo ampiamente previsto che quest'anno sportivo difficilmente sarebbe stato costellato da risultati brillanti e abbiamo chiarissimo il concetto che solo col lavoro, l'impegno e l'esperienza si possono ottenere miglioramenti che consentano di acquisire quella competitività che in questo momento sarebbe eccessivo chiedere ai nostri ragazzi che si vanno a confrontare con chi queste tappe le ha già bruciate.

E' un lavoro difficile, metodico e oscuro che stiamo facendo ogni giorno e che non produce risultati immediatamente visibili se non per gli osservatori più attenti, ma cosa c'è di più bello nello sport se non questo insegnamento che si propone anche alla vita e quale grande occasione di crescita tutto ciò rappresenta per ragazzi che altrimenti sciuperebbero il loro tempo libero in occasioni non altrettanto formative?

Chi altri insegnerebbe loro a comportarsi con lealtà, umiltà, correttezza e disciplina, a rispettare i compagni ed aiutarsi reciprocamente, a riconoscere il valore dell'avversario e accettare la sconfitta, a fronteggiare in modo adeguato anche le ingiustizie e ad aspettarsi il premio solo attraverso il proprio merito? Purtroppo la società in cui viviamo oggi non è prodiga di questi insegnamenti e riteniamo che sia una fortuna per i ragazzi imbattersi in qualcuno che li somministra.

Risulta evidente come la vittoria sportiva, che pure resta l'obiettivo dello sport agonistico, per noi è un fine da raggiungere solo e soltanto attraverso il fair play e l'etica sportiva e che, in atto, i nostri sforzi sono convogliati prioritariamente nella sana crescita e nell'educazione sportiva dei nostri ragazzi piuttosto che nel perseguire la vittoria a tutti i costi.

Tutto ciò si scontra inevitabilmente con i desideri dei tifosi più caldi che sovente non considerano quanto appena detto ma si limitano a valutare i risultati numerici. Ci aspettiamo quindi le critiche più o meno costruttive che ci piovono addosso in un momento in cui i risultati non possono arrivare e conosciamo le proprietà taumaturgiche delle vittorie, tuttavia siamo fermamente convinti che la strada intrapresa sia quella giusta e prima di perseguire il risultato tecnico questa squadra potrà dare tante soddisfazioni a se stessa e a chi la segue a patto che si abbia la pazienza di aspettare il tempo necessario.

Pensiamo che il cattivo critico critica il poeta e non la poesia perciò accettiamo e valutiamo l'aiuto di chi ci critica in modo costruttivo e non ci curiamo invece degli attacchi personali che riteniamo essere una inevitabile e sgradevole conseguenza di questa fase del nostro lavoro.

Abbiamo come obbiettivo quello di disputare partite di qualità nel senso generale del termine che comprende anche e soprattutto l'aspetto comportamentale e siamo convinti che una squadra che si comporti secondo i principi del fair play e dell'etica sportiva coinvolge in senso migliorativo anche il suo pubblico e i suoi tifosi più accaniti.

Qualche riconoscimento in questo senso ci è già arrivato, siamo una delle squadre più corrette del torneo e per questo la Federazione nella persona del Presidente ci ha invitato a partecipare ad un quadrangolare che si svolgerà in Giugno e di cui vi faremo sapere, riceviamo reiteratamente i complimenti delle altre squadre per il comportamento in campo e fuori, molti ci incontrano durante le trasferte e rimangono ammirati per l'allegria con cui il gruppo affronta i sacrifici e le incertezze del viaggio e si mantiene unito, unità attestata anche dalla costanza e dall'impegno profuso negli allenamenti e nelle riunioni sociali.

Tutto questo costituisce per noi la vittoria più bella, quella di aver fatto rinascere lo sport con i suoi valori a Ustica dopo anni di letargo e per questo ringraziamo i nostri sponsors che hanno capito e finanziato questo impegno.

Una menzione particolare vogliamo riservare al Comune di Ustica che, avendo compreso l'eccezionale valore culturale del progetto e condividendo appieno la politica societaria orientata verso l'etica sportiva piuttosto che verso il risultato a breve termine, si è ufficialmente impegnato per l'anno prossimo a finanziare circa il 60% del fabbisogno complessivo della squadra, avendo finanziato per l'anno in corso circa il 30%.

Naturalmente si tratta solo di promesse, seppure portate ufficialmente in sede consiliare, ma anche su questo vi terremo informati.

Infine la nostra promessa può essere soltanto quella di continuare a lavorare ed impegnarci al massimo per rispondere al meglio alla generosità di quanti ci sostengono e credono in noi.


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